Reflavor: la nascita di un’idea sostenibile

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Nel 2017 abbiamo dato vita a un progetto rivoluzionario: combattere lo spreco alimentare recuperando e riutilizzando gli scarti vegetali.

All’epoca, eravamo studenti universitari accomunati dal desiderio di vivere e mangiare in modo sostenibile. Facevamo la spesa con grande attenzione: curare la nostra salute e quella del pianeta era una priorità.

Ma, nei supermercati, l’offerta di alimenti che rispondessero a questa esigenza era scarsa. Così, è nata l’idea: potevamo fare qualcosa. Potevamo sviluppare una soluzione alternativa non soltanto per noi stessi, ma per chiunque condividesse i nostri ideali. Questo è Reflavor: il nostro impegno per un mondo migliore.

Perché i sottoprodotti vegetali?

Abbiamo deciso di concentrarci sul recupero degli scarti vegetali. Ma perché?

L’upcycling di questi sottoprodotti ha diversi vantaggi:

  • permette di evitare processi inquinanti, come l’incenerimento, e di diminuire così le emissioni di CO₂ e altri gas serra;
  • contrasta gli sprechi alimentari e consente di recuperare preziosi nutrienti (come quelli presenti nelle bucce degli agrumi!) che, altrimenti, andrebbero persi;
  • riduce drasticamente la produzione di rifiuti organici che, se mal gestiti, rischiano di inquinare il suolo e le acque.

Inoltre, l’essiccazione a bassa temperatura preserva al 100% le materie prime, conservandone gli aromi e le proprietà nutrizionali e organolettiche.

Promuovere la salute: tua, nostra e del pianeta

I prodotti Reflavor non sostengono soltanto il benessere dell’ecosistema, ma anche quello delle persone.

Ricche di fibre alimentari, le farine upcycled favoriscono il corretto funzionamento dell’apparato digerente, regolano i livelli di zucchero nel sangue e prolungano il senso di sazietà, contribuendo al mantenimento di una dieta equilibrata. Inoltre, sono ricche di minerali e vitamine, povere di grassi saturi e prive di additivi artificiali. E possono essere utilizzate per tutto: pane, pasta, torte, biscotti… anche senza glutine!

Insomma: il progetto Reflavor non punta a vendere alimenti. È nato per offrire un contributo: promuovere l’economia circolare e dimostrare che un modello di produzione consapevole e sostenibile è possibile – e anche efficace (e buono!).

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